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Arriva Odelay! Agosto 2009 Eventi musicali, concerti, dj set e minifestival
É il giorno della Notte della Taranta e Odelay e Spazio Live vogliono lanciare un segnale controcorrente: non vogliamo ridurre il Salento alla sola musica popolare! Vogliamo anzi dimostrare che c’è tutto un movimento sotterraneo di giovani talenti - che passano sotto il tag di indie - e che fanno la loro cosa senza l’appoggio di nessuno, senza il consenso delle istituzioni, senza il favore della massa. Eppure è musica di qualità, ottimamente giudicata dalla critica italiana e in alcuni casi internazionale, solo che ancora in pochi se ne sono accorti.
Per questo in scaletta avremo due band che fino a qualche anno fa sembravano star lì per esplodere (almeno in ambiente indipendente) e poi non hanno potuto mantenere le loro promesse per la mancanza di risorse e per l’indifferenza di chi gli stava intorno.
Due band che fanno indie “come Fonzie comanda”, e cioè con un grande amore per la melodia e per la musica sixties.
Gli Slips sono appena riusciti a scrivere una manciata di canzoni per poi sciogliersi alcuni anni fa. La loro magia consisteva nell’essere totalmente sgrammaticati e digiuni di tecnica musicale e riuscire a scrivere brani irresistibili. Spirito r’n’r in salsa british.
Gli Studio Davoli erano un nome piuttosto blasonato qualche anno fa. Il loro pop scanzonato era in realtà una riscrittura di pop svedese e richiami alla lounge music, alla space age, al pop orchestrale, all’easy listening, alla psichedelia. Insomma un’immersione nei sessanta più modaioli e à la page per l’epoca. Entrambi si riuniscono per l’occasione.
Ospite speciale di questa serata in onore della musica “fatta in casa nostra” una band di scalmanati bolognesi, i Tunas. Gloria locale in Emilia, gloria nazionale del rock and roll, il loro primo album è rimbalzato in tutta Europa negli ambienti garage. Fu una bomba che ridiede luce all’underground bolognese ormai un po’ intorpidito. Garage che ha come matrice l’r’n’b sixties di Rolling Stones, Pretty Things, Animals e compagnia bella, gli inglesi che insomma diedero il la alla prima ondata di garage rockers in USA.
Qui presentano il loro secondo lavoro We cut our fingers in july. L’album è meno sguaiato del precedente, più maturo e serio. Si vira in direzione soul. Ma il live è ancora bello caldo, più o meno come al punk degli esordi.